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Storia

Baiano è un piccolo paesino della provincia di Avellinno che sorge tra i monti di Avella a Nord, il monte Partenio ad Est, il bosco di Arciano a Sud e la pianura Campana ad Ovest. Baiano interseca la sua storia a quella di Avella,godendo inoltre di una posizione geografica particolarmente felice in quanto è situato tra le colline di Gesù e Maria, Campimma, Agliarola, Santo, Torone, Paradina e “Tora”.

Il territorio è caratterizzato dalla dolcezza del clima, dall’aria balsamica, dall’abbondanza delle acque, dalla fertilità del suolo, dalla vicinanza di abbondanti pascoli e di ricchi boschi, fin dai tempi più antichi gli uomini scelsero questi luoghi per i loro primi insediamenti.

Il nome “Baiano” potrebbe derivare da una proprietà di epoca romana, praedium Badianum (“podere di Badio”), legato al vicino centro di Abella . In epoca romana il territorio dopo essere stata assegnata dalla tribù Galeria, vide l’affermazione in parte del dominio longobardo e del ducato di Benevento. In seguito Baiano fu feudo degli Orsini e quindi fece parte della baronia di Avella,mentre entro la fine del Seicento recuperò la propria autonomia.

Nel 1715 divenne comune autonomo con il nome di Baiano (nome che mantenne fino ai primi del Novecento) e fece parte in passato della Provincia di Terra di Lavoro,cioè l’attuale Caserta.

Con l’Unità d’Italia,Baiano fu accorpata alla provincia di Avellino per compensazione. Ebbe nel corso un forte sviluppo demografico nell’800,grazie anche all’inaugurazione della stazione della Ferrovia Napoli-Baiano. Fino al 1923,il paesino fu capoluogo del mandamento e sede dellapretura, del carcere mandamentale e di altri uffici amministrativi.

Oggi vi hanno sede la caserma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e del Corpo Forestale dello Stato.

 

Nella struttura del paesino assume una particolare importanza storica il “rione d’e Vesune” (letteralmente “quartiere dei Visoni”, chiamato anche “e Vesune”, italianizzato “i Vesuni”).

Il toponimo è di origine incerta: secondo la tradizione orale deriverebbe dal viso largo o burbero dei contadini che ne erano gli abitanti; in alternativa potrebbe essere derivato dai “grandi visi” presenti nella decorazione del portale di uno degli edifici (palazzo Picciocchi), o dal nome della dea Vesuna, divinità della fertilità attestata principalmente presso i Marsi.

Il quartiere sorse probabilmente durante la dominazione spagnola, abitato in prevalenza da contadini poveri. Con l’apertura della linea ferroviaria per Napoli alla fine dell’ 800 ebbe un forte incremento demografico, attraendo abitanti dal napoletano e dal resto dell’agronolano.

Molti edifici subirono danni nel terremoto del 23 novembre del 1980 e dalle successive scosse del 14 febbraio del1981. Dopo la ricostruzione oggi attrae gli immigrati, provenienti in particolare dai paesi dell’est europeo, e si presenta tuttora in crescita demografica.
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